28 ottobre 2008

Racconti/ Terre note

LE TERRE NOTE

“Anche stavolta mi è sfuggita”. L’uomo, sulla quarantina, giacca grigio scuro su improbabili pantaloni fuxia, ancora non poteva crederci. Era stato ad un passo dal catturare Kristine, in uno dei suoi ritorni a casa e se l’era fatta sfuggire.

“Tranquillo, la ripesco nel nostro mondo” disse al giovane che lo affiancava in questa missione.

“Già, Umbert, ma sai bene che non è la stessa cosa.” Rispose il giovane. Astuto, più brillante ed acuto di Umbert, Nico era un ragazzo cresciuto per strada, venti anni giusti giusti e quel mix di arroganza ed ignoranza indispensabile per farsi largo nelle Terre Note.

Catturare Kristine mentre si trovava nella sua Terra di Arcano era certamente diverso che non prenderla nelle Terre Note, dove sarebbe stata lei stessa – astuta come un’amazzone! – a presentarsi all’appello l’indomani, come ogni giorno, con la naturalezza di una bambina innocente.

“Torniamo, non abbiamo nient’altro da fare qui” finalmente stanco, toccava ad Umbert riportare Nico alla realtà, mentre chiamava a sé tutte le forze che ancora gli rimanevano.

Kristine, ormai al sicuro, sfuggita da quei due tipi – così male assortiti – che da secoli le stavano alle calcagna, aveva raggiunto la sua abitazione, dove l’aspettava il fido Miki gatto randagio.
“Possibile che ancora credano di riuscire a fermarmi? Ancora non accettano l’idea di essere solamente uomini…”


Uomini. Solamente uomini. Non che ci fosse qualcosa di sbagliato nell’accettare di esserlo, solo che non si poteva certamente pretendere di avere la scaltrezza, l’agilità ed il potenziale di una donna!

Una donna sa come ferire senza usare una sola arma; sa amare e far credere all’altro di non considerarlo nemmeno; sa mentire per il bene altrui e goderne, come fosse il proprio bene. Una donna genera, sopportando il dolore, e lo fa da sola.