03 gennaio 2006

Racconti / Via da Myr uno

Capitolo 1
Finalmente giungo in una terra ospitale.

Da quando ho lasciato le mie terre di Myr, alla ricerca del mio sciagurato padre elfo, non ho trovato che falsità e menzogne intorno a me. Per quanto io sia giovane … e non ancora in età di marito per fortuna ... ne ho già viste tante da poterne parlare. Ma non vi tedierò con racconti troppo lunghi. Questa locanda è confortevole, miei cari ospiti, e sono davvero lieta di averla incontrata sul mio cammino.

“… non ancora in età di marito, per fortuna, avete detto lady Elkimyr… Come mai quel ‘per fortuna’?” mi chiede la dama accanto a me; negli occhi le leggo una sincera curiosità.

Per fortuna perché l’ultimo dono di quello sciagurato elfo – accidenti, ma quanto odio gli elfi?! – è stato di … vendermi al capoclan delle mie terre, Byrn, il mezzelfo più squallido e pirata che io conosca. Secondo un preciso contratto io… beh.. dovrei diventare sua moglie tra poco meno di un anno. In cambio il caro padre ha avuto una cospicua somma di denaro, quando ero poco più di una bimba, e se l’è data a gambe, lasciando me e quella povera donna di mia madre da sole. Lei ha provato a tenermi lontana dal clan. Abbiamo vissuto con gli umani finchè abbiamo potuto, ma un brutto giorno gli squallidi compagni del clan hanno bussato alle nostre porte e… lei mi ha detto tutto, io non sapevo nulla di mio padre e mille volte avevo accusato lei di avermi tenuto alla larga dalla mia parte elfica ... privandomi di chissà quali meraviglie!? Per farla breve lei è stata condotta ‘ospite’ presso la dimora di Byrn ed io me la sono squagliata. Devo trovare quell’elfo prima che l’anno si compia e fare in modo che mi restituisca dignità e libertà.

“Oh che storia triste, milady ma… cosa sapete di quell’elfo e soprattutto.. come pensate che possa liberarvi?” La dama sembra davvero meravigliata ed empatica, sembra davvero preoccupata della mia sorte.

Strana gente gli umani. Sono capaci si dimostrare abissali passioni e rimanervi soggiogati. Proprio di quelle passioni mi sono follemente innamorata, prendendo confidenza con la mia natura per metà umana ... e quelle stesse passioni mi hanno allontanato dagli umani tempo dopo. Troppo complicati ... troppo … facili alla rabbia, alle esplosioni ingiustificate.

“Beh…di mio padre so solo che ha abbracciato le forze dell’oscurità, pur non essendo un drow, per fortuna. Non potrei tollerare anche l’onta di avere sangue drow nelle vene. L’unica cosa che ho di lui è questo lembo di tessuto che reca il marchio della sua nobile casata. Ma ancora per quanto abbia viaggiato e cercato nessuno ne ha mai sentito parlare."

Nel mostrare ai miei gentili ospiti il tessuto assisto ancora una volta alla consueta scena desolante dei visi perplessi che mi dicono che .. “No, non ne abbiamo visti di sigilli simili qui intorno”. Sorrido, sono abituata a questo tipo di delusione e non mi aspetto in realtà che qualcuno mi sappia aiutare.

“Ma sono certa di essere sulle sue tracce. Non chiedetemi come lo so. Tutti noi abbiamo a volte sensazioni guidate dall’istinto.. che stiamo proseguendo nel giusto. Quell’istinto che ad ogni bivio sa indicarci la strada migliore. Quando l’avrò trovato sarà lui la mia merce di scambio per tornare libera. Denari o no, mio padre dovrà tornare al cospetto di quel dannato mezzelfo e … vedersela con lui. Senza di me.”
Sollevo il viso guardando intorno nella locanda gremita di gente i visi sorridenti e tranquilli degli avventori. “Non vedo elfi, in questo vostro regno. Ma senza dubbio è solo un caso, credo.”

Mi domando se sarò in grado di contenere la mia rabbia nell’incontrarne. A volte la diplomazia che ho coltivato a lungo dentro di me mi abbandona lasciandomi in balia della rabbia tipicamente umana che proprio poco fa denigravo e di cui, purtroppo, tuttora non riesco a liberarmi del tutto.

Ho parlato troppo presto, temo. Quello che sta aprendo la pesante porta a vetri sembra proprio un bell’esemplare di elfo. Non posso fare a meno di seguirne l’incedere elegante con lo sguardo. Ho imparato a dissimulare bene i miei sguardi interessati, per poter studiare a mio piacimento gli elfi che ho incontrato lungo la mia strada cercandone invano tratti familiari. No. Troppo giovane. Curato nell’aspetto, i lunghi capelli sciolti sulle spalle e una borsa da viaggio … anche lui sembrerebbe uno straniero. Quando si avvicina al bancone decido di congedarmi dalla compagnia con una scusa.

“Mi auguro che i Vostri sogni si avverino, milady – mi sorride tra le labbra la gentile dama – ed anche che in questo nostro Regno possiate trovare la serenità cui nel vostro cuore anelate” Inarco un sopracciglio cercando di trattenere l’acidità di una risposta affrettata. Il mio cuore.. da quanto tempo non ne sento parlare?

“Vi ringrazio, milady, sarò lieta di incontrarVi ancora finchè mi sarà concesso rimanere in queste terre.” Finalmente posso raggiungere il bancone e sedere sullo sgabello accanto all’elfo.

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